MATTARELLA STRIGLIA BO-JO: SUL VIRUS “CI VUOLE SERIETÀ”

MATTARELLA STRIGLIA BO-JO: SUL VIRUS “CI VUOLE SERIETÀ”

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Codogno- Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolge il suo indirizzo di saluto in occasione della visita a Codogno, oggi 2 giugno 2020.. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha risposto per le rime al premier britannico Boris Johnson che lo scorso 22 settembre in parlamento a Westminsiter ha mostrato tutta la sua faccia tosta quando ha detto che nel Regno Unito la pandemia marcia molto più spedita rispetto a Germania o Italia per una semplice ragione: i sudditi di Sua Maestà amano di più la libertà, volano della loro storia.
“Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”, ha seccamente ribattuto due giorni dopo il capo dello stato italiano durante una chiacchierata informale a Sassari, in Sardegna, a margine di una cerimonia in ricordo del defunto presidente Francesco Cossiga.
Già a fine luglio, parlando con i giornalisti in occasione della tradizionale “Cerimonia del Ventaglio”, Mattarella aveva messo in bella evidenza che la libertà non può assolutamente significare il diritto di infettare gli altri. Il suo pensiero è limpido e chiaro: non si può evocare il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà, “occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto far ammalare altri” e “non si può “comportarsi come se il virus fosse scomparso” se si vogliono evitare altre “drammatiche conseguenze”.
In effetti Bojo l’ha sparata proprio grossa nel tentativo di giustificare la sua maldestra gestione della pandemia che vede in testa la Gran Bretagna nella hit parade europea sul maggior numero di morti.
“C’è un’importante differenza – queste le parole del primo ministro britannico – fra il nostro Paese e molti altri nel mondo poiché il nostro è un Paese che ama da sempre la libertà. Se guardiamo alla storia degli ultimi 300 anni, ogni avanzamento, dalla libertà di parola alla democrazia, è venuto virtualmente da questo Paese. È molto difficile chiedere al popolo britannico di obbedire uniformemente alle direttive oggi necessarie”. Il sottinteso è palese: in nazioni dal trascorso totalitario come Italia e Germania è molto più facile mettere in riga la gente.
Sono parole ancora più stupefacenti se si pensa alla sfegatata ammirazione di Johnson per Winston Churchill, il premier che seppe portare il Regno Unito alla vittoria contro il nazismo imponendo ordine e disciplina.
Nella Penisola le parole di Bojo rintuzzate da Mattarella hanno dato la stura ad un mare di reazioni e commenti. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri ha sottolineato che “la libertà deriva dal rispetto delle regole” mentre sul “Corriere della Sera” l’editorialista Massimo Gramellini ha così riassunto la questione: “Insomma, se qui mettiamo la mascherina più che a Londra è perché abbiamo avuto Mussolini e non Churchill”.
Gramellini esprime anche un dubbio: “non sarà che il Covid ha confuso le menti in Inghilterra più che altrove proprio perché Johnson non è Churchill e sul virus ha cambiato idea di continuo, a volte anche all’interno dello stesso discorso, passando dall’ «abbracciamoci tutti» alla minaccia del coprifuoco?”.
La Redazione