BREXIT: BOJO ALLARMA GLI EUROPEI IN UK

BREXIT: BOJO ALLARMA GLI EUROPEI IN UK

SCONCERTO NELL’UE PER STRAPPO SULL’ULSTER

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Dai primi di settembre gli italiani e gli altri europei residenti nel Regno Unito hanno una ragione in piu’ per preoccuparsi dei loro diritti dopo il fatidico prossimo 31 dicembre quando alla fine del periodo di transizione la Brexit diventerà al cento per cento realtà: non sanno se possono ancora fidarsi della parola di Boris Johnson e del suo governo.
Questi diritti (dal permesso di residenza all’accesso alla sanità pubblica) sono sanciti nell’accordo di divorzio tra Regno Unito e Unione Europea (o; “Withdrawal Agreement”) che è entrato in vigore lo scorso 1 febbraio e che è a tutti gli effetti un trattato internazionale. Peccato che ai primi di settembre il governo di Sua Maestà con a capo lo scapestrato BoJo si sia riservato il diritto di procedere ad un disinvolto ritocco unilaterale nella parte di accordo riguardante i flussi commerciali per e dall’Irlanda del nord.
Dopo la Brexit l’Ulster, pur rimanendo in unione doganale con il resto del Regno Unito, dovrebbe continuare a seguire regole e norme Ue per evitare una frontiera doganale fisica con la Repubblica d’Irlanda e mantenere così la pace nell’isola: è tutto scolpito nel Withdrawal Agreement ma a sorpresa il governo Johnson ha segnalato che non gli va più bene ed è pronto a violarlo a protezione del mercato interno con nuove clausole incluse in un disegno di legge sul mercato interno al vaglio del parlamento (The United Kingdom Internal Market Bill”)..
Lo strappo ha creato molto sconcerto anche all’interno dellla destra britannica che ha in BoJo l’attual vessillifero: tre ex-primi ministri conservatori – John Major, Theresa May e David Cameron – non hanno nascosto la loro ferma e totale disapprovazione e chiesto un rapido passo indietro.
E in effetti la novità è grossa ed estremamente controversa: la Gran Bretagna si è sempre pronunciata per lo scrupoloso rispetto dei trattati internazionali, richiamando per questa ragione all’ordine anch la Cina comunista su Hong Kong. Ne va quindi della credibilità del Paese, credibilità messa oggi a dura prova.
Adesso si fa un po’di bricolage sull’Ulster ma come escludere domani un qualche ritocco allo status degli europei se non è più un dogma uno dei caposaldi diplomatici già dell’Antica Roma e cioè il “pacta servanda sunt”, i patti devono essere rispettati ?
L’Unione europea ha reagito con grinta alla spericolata mossa di BoJo. Gli ha chiesto di fare marcia indietro entro la fine di settembre e quando non ha avuto soddisfazione ha lanciato il 1 ottobre una procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito. Con un avvertimento che più chiaro non potrebbe essere: nessun accordo commerciale post-Brexit entrerà in vigore se prima non si sarà risolta la questione dell’Ulster e della piena osservanza del Withdrawal Agreement da parte della Gran Bretagna.

La Redazione