OROSCOPO VERDE Pomona Urania, “le Stelle nell’Orto”: Gemelli

OROSCOPO VERDE Pomona Urania, “le Stelle nell’Orto”: Gemelli

GEMELLI / SUSINA Le Stelle nell’Orto

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Oroscopo Verde

Irrequieti e insofferenti, i Gemelli sono anche versatili e impazienti, specie intellettualmente: la voglia di conoscere, la sete di sapere li spinge a viag- giare e comunicare, odiano quindi la routine e i lavori sedentari. Ma come segno d’aria sono anche volubili e inaffidabili. Insomma per stargli accanto ci vuole molta pazienza e grandi doti di intrattenimento. Amano la creatività e detestano la banalità, tendono però alla presunzione perché si ritengono più inventivi e intelligenti degli altri. D’altra parte sono sotto il segno di Mercurio, il dio più vispo e smaliziato, nonché dispettoso, dell’Olimpo, Anche sagace, arguto e curioso come si dice fossero i Gemelli per eccellenza: Castore e Polluce, immortalati nell’omonima costellazioneScreenshot 2020-10-02 at 10.09.12

Principi di Sparta, ebbero due sorelle celebri: Elena e Clitennestra. Ovvero, la madre fu in comune, Leda, ma i padri no: Zeus, imbattibile nei camuffa- menti, la sedusse come cigno e quindi nacquero da uova.Il consorte Tinda- ro pare non ci trovasse nulla di strano, in fin dei conti Leda aveva giaciuto anche con lui dopo Zeus, quindi accettò i 4 gemelli: Polluce ed Elena figli di Zeus, Castore e Clitennestra figli suoi. Le femmine causarono qualche problema con i pretendenti, ma i maschi furono l’orgoglio della famiglia. Si unirono con successo alla spedizione di Giasone e tornarono spesso utili agli Argonauti durante le tempeste, forse grazie anche alla simpatia dello zio Poseidone, che poi regalò loro degli splendidi cavalli bianchi. Per questo i divini gemelli sono rappresentati come cavalieri e diventarono i protettori dei marinai. Come ogni mortale vennero alle mani per questioni di donne e di bestiame, ma si rappacificarono sempre, divennero inseparabili e Zeus li sistemò insieme in cielo. nella costellazione che li vede abbracciati per l’eternità.

Appropriatamente, a loro è abbinata la susina,frutto dalla doppia identità: quella fresca, di cui si registrano migliaia di varietà, e quella seccata o cotta che prende il nome di prugna. In effetti si tratta di “prunus domestica” felice connubio tra pruno selvatico e ciliegio.

Già note in Cina, Giappone e Siria, sono state coltivate nell’area mediterranea dal 150 AC e Petronio le cita fra le golosità del banchetto di Trimalcione. A fare mettere radici stabili in Europa furono i monaci benedettini che tor- narono dalla Terza Crociata con ceste di susine siriane, che innestarono con quelle del loro orto nell’Abbazia di Clairac. Negli anni, seguirono prodotti di colore, forma e polpa diversi, dai nomi anche fantasiosi: “Boccon del Re”, Coscia di Monaca, Favorita del Sultano, Fiocco del Cardinale e Regina Claudia, in onore della prima moglie di Francesco I, che ne fece una piantagione in giardino.

Ricche di potassio e calcio, sono depurative e lassative, considerate dai medici della scuola Salernitana frutta “fredda”, quindi indicata per calmare i bollori sessuali. Al contrario nei libri di magia omeopatica sono definite afrodisiache per la forma somigliante ai testicoli. In effetti nella Londra di Shakespeare piatti di prugne cotte erano esposte sulle finestre dei bordelli, mentre alcuni versi di Neruda le immortalano come “frutto della memoria”, forse quella sensuale, dato il temperamento del poeta.