Serata londinese con Annalisa Monfreda e Daniele Derossi

Serata londinese con Annalisa Monfreda e Daniele Derossi

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Annalisa dimostra molto meno della sua età, è scattante, parla veloce, usa termini presi dal giornalismo, ha lo sguardo rapido, una personalità travolgente.

È direttrice di tre testate Mondadori, tra cui Donna Moderna, con un tiratura media altissima per una rivista che lei non vuole defi nire “femminile”, ma “di donne vere”. E’ direttrice, giornalista, viaggiatrice, mamma di due bambine e ora anche scrittrice con il suo primo libro “ Come se tu non fossi femmina”.

E’ qui con noi, ospite de Il Circolo nel salotto di Etta, aff ollato all’inverosimile, con persone sedute per terra, in piedi in fondo alla stanza che allungano il collo per non perdere una parola della sua narrazione. E lei racconta con agio, sincerità, modestia della sua carriera, dei suoi successi, ma anche di quello che hapoi imparato dai fallimenti, dalla ribellione infondata, dai colleghi che prima non considerava, dalle sfi de impossibili. Ci stupisce e ci aff ascina con le sue teorie del “potere gentile” innato della donna, della disciplina che rende liberi e creativi, ma anche della trasgressione necessaria, degli stereotipi che sono radicati in noi ma sono estirpabili esattamente come con le erbacce. Annalisa è più che femminista, lavora per dare ”empowerment” alla donna e tutto questo cerca di insegnarlo alle fi glie.

Il libro racconta di un viaggio in Croazia, da sola con le bambine e con tutte le diffi coltà logisticge che un viaggio – anche ben organizzato – può comportare, ma questo è un percorso speciale. La narrazione si snoda in uno stile personale, particolare, fatto di “lezioni” , numerate, brevi, chiare e dirette.

E la sua preferita è “la numero 4”, che ci legge: “ imparate a prendervi cura della vostra felicità , se volete occuparvi della felicità degli altri” e ci confessa che è felicissima di essere a Londra, di essere con noi. E noi, oramai stregati, ci crediamo… Segue la presentazione di Daniele, in linea con la serata. Il suo nuovo libro “Non sono stato io” racconta proprio la vicenda di una donna, una donna complicata, reduce da un trauma, con un fi glio altrettanto complicato. Da Londra questa piccola famiglia ritorna al paese di origine in Val di Susa, con tutte le diffi coltà che il passaggio da una grande città cosmopolita a una società ristretta e provinciale comporta. La storia nel paesino di Serana si dipana tra fatti intricati e avvenimenti misteriosi. Il tutto con una precisa alternanza di narrazione in seconda persona, il “tu” di Ada, la mamma protagonista, e i dialoghi di Giacomo, il bambino.

Una narrazione tecnicamente non facile ma resa molto scorrevole da uno stile molto innovativo. Si passa infatti dalla fi aba al romanzo, dal dialogo teatrale al noir, dalle descrizioni sociali alle descrizioni da copione di fi lm dell’orrore per poi tornare alla “forza della calma” ( come la protagonista descrive l’atteggiamento di un uomo a lei vicino) e lasciare il lettore in uno spazio libero, con una trama aperta ad ogni soluzione. Durante la piccola intervista Daniele si rivela ironico, brioso, si defi nisce “uno scrittore pigro” e non ammette di aver pianifi cato questa pesante richiesta di collaborazione da parte del lettore. Lo fa con eleganza, intelligenza e molta attenzione al linguaggio con cui risponde alle domande di Etta, che tenta di scomporlo, di fargli ammettere che forse avrebbe potuto raccontare di più o potrebbe svelare qualcosa della trama al pubblico oramai incuriosito, ma lui non cede: sorridente, scherzoso, sereno, ma tutto un poco di sottecchi.

Essendo presente anche Benedetta Cibrario (Premio Campiello con Rossovermiglio), le chiediamo dei suoi progetti, dell’emozione del successo del suo ultimo libro “Il rumore del mondo” e così si conclude la chiacchierata con i nostri autori, seguita da un aperitivo off erto da Etta, completo di bocconcini italiani e – data la vicinanza della Pasqua – di una fetta dell’immancabile colomba.