VUOI MANGIARE BENE E SANO? OCCHI0 A IGP E DOP

VUOI MANGIARE BENE E SANO? OCCHI0 A IGP E DOP

by Claudia Galletta

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VUOI MANGIARE BENE E SANO? OCCHI0 A IGP E DOP

Mozzarella di bufala campana, Aceto balsamico di Modena, Parmigiano Reggiano e i Cantucci toscani sono solo alcuni dei prodotti nostrani protetti da marchi IGP e DOP. IGP e DOP sono acronimi in cui ci imbattiamo regolatamente ormai, ma cosa significano davvero?

Tutto ha avuto inizio nell`ormai lontano 1992, quando per poter più facilmente promuovere e proteggere la denominazione dei prodotti di qualità alimentari, l`Unione Europea ha deciso di realizzare tre diversi marchi attribuibili a prodotti con caratteristiche specifiche: la DOP, denominazione di origine protetta, la IGP, indicazione geografica protetta e la meno diffusa STG, specialità tradizionale garantita. Questo sistema tutto europeo, fa sì che, sia gli stessi prodotti, che il consumatore, vengano protetti da eventuali imitazioni condividendo le caratteristiche specifiche di ogni prodotto.

prodotti doc docg igp dop 2 (1)L`IGP è un marchio che viene attribuito a un prodotto la cui qualità, reputazione o un’altra caratteristica, dipende dall’origine geografica e che quindi vede almeno uno dei processi produttivi portato a compimento in quella determinata area. Un esempio di prodotto IGP conosciuto a livello mondiale è il cappero di Pantelleria. Per DOP, invece, si intende un prodotto che vede tutte le sue fasi di produzione, trasformazione ed elaborazione effettuate in un`unica specifica area geografica secondo delle norme particolari. Un esempio famoso è il Gorgonzola.

I due marchi si differenziano quindi, sulla base della rigidità applicata. L`IGP è di conseguenza riconosciuta come un`etichetta più permissiva soprattutto per quanto riguarda la provenienza delle materie prime, spesso di origine comunitaria o addirittura extra comunitaria. Questo avviene poiché` appare inverosimile che la produzione della materia prima locale o nazionale possa bastare a soddisfare la richiesta globale di tali prodotti. In più`, molto spesso vengono riconosciute alle materie prime estere delle caratteristiche organolettiche più idonee alla realizzazione del prodotto finale.

Per poter ottenere il marchio IGP, basta quindi che si seguano almeno alcuni processi produttivi tipici di un dato luogo. Il tutto, seguendo le regole produttive stabilite dal disciplinare di produzione e lo sguardo attento di organismi designati al controllo di tali processi.

Ad aggiungere elementi a questa lista, ci sono anche le più specifiche etichette nostrane DOC e DOCG. Queste denominazioni sono utilizzate per i vini italiani e servono per assicurare la qualità del prodotto al consumatore. Il marchio DOC, denominazione di origine controllata, nasce nel 1963, da un`idea dell`avvocato romano Roland Ricci, all`epoca funzionario del ministero dell`agricoltura. L`etichetta DOCG, Denominazione di origine controllata e garantita, invece, nasce quando si è notato che il marchio DOC veniva assegnato troppo liberamente a diversi prodotti. La differenza principale tra le due denominazioni è che la DOCG prevede delle analisi chimiche e sensoriali dei vini da parte di un organo scelto dal governo italiano. Per evitare un`eventuale plagio, le bottiglie vengono chiuse con un sigillo numerato. A partire dal 2010 la classificazione DOC e la DOCG sono state ricompresa nella categoria comunitaria DOP.