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"Imprenditori non si nasce, si diventa": parla Andrea Angella, “acceleratore” di startup italiane a Londra

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Le giovani startup che mirano ad uno sviluppo internazionale devono affrontare grandi sfide, soprattutto nella fase iniziale. Nonostante il tasso di mortalità delle startup sia ancora molto alto, esistono realtà capaci di sostenere gli sforzi iniziali di un’impresa e accompagnarle nello sviluppo di un business efficace. Ne e’ sicuro Andrea Angella, Program Manager di TechItalia e Co-founder di TechItalia:Lab, acceleratore di startup con sede a Londra che grazie ad un intense programma di mentoring, supporta startup italiane nella fase di decollo del progetto, accelerandone la crescita con l’obiettivo di  conquistare il mercato britannico.

In un’intervista a “La Notizia” Angella racconta il suo lavoro e i suoi progetti.

Cos’é TechItalia:Lab e come nasce questo progetto?

TechItalia nasce 4 anni e mezzo fa, nel 2014, grazie a dei meetups, una serie di eventi aperti a professionisti e imprenditori di start-up e PMI, legate al mondo del Tech e del digitale. Gli incontri hanno dato vita ad una Community che oggi conta oltre 2000 membri, legati all’ambiente tecnologico e digitale londinese e italiano. Facendo leva sulla community, abbiamo creato un percorso di accelerazione per sostenere startup e imprese early stage. I due principali programmi sono TechItalia:Lab e Scaleup Bootcamp.

Che requisiti deve avere una startup per partecipare al vostro acceleratore?

33729351_641680436210438_1289750989334642688_oAll’interno di TechItalia:Lab selezioniamo imprese che abbiano almeno un MVP e che puntano a raccogliere fino a 500.000 sterline. Accettiamo una startup ogni 8/10 analizzando requisiti quali il market-size, il team, l’attraction, lo stadio di sviluppo del prodotto, la competition e l’interesse commerciale per il mercato inglese. Mettiamo poi a disposizione un team di oltre 130 mentori, avvocati ed esperti in diversi campi, che aiutano la startup nella fase di fundraising e sviluppo commerciale, attraverso un programma di supporto di sei settimane. Per citare alcuni nomi fra I mentor abbiamo Roberto Sasso – Ex CTO di PizzaBo, Matteo Berlucchi, CEO & Co-Founder –
Your.MD e Giorgio Ponticelli che tra le altre cose si è occupato dell’espansione internazionale di Just eat. Ad oggi, a TechItalia sono state presentate oltre 70 aziende, tra cui alcuni nomi eccellenti come MoneyFarm, Soldo, Your.Md e BlastingNews.

Cosa rende speciale TechItalia:Lab rispetto ad altri acceleratori di startup?

Direi due cose principalmente. L’appartenenza culturale italiana che accomuna tutti i membri della Community e un ampio network sia in Italia che in Regno Unito, che ci da la possibilità di supportare parallelamente realtà aziendali nel mercato Italiano e in quello Inglese.

Che risultati hanno ottenuto le startup che hanno partecipato al vostro programma? Vuoi farci qualche nome di startup di successo?

IMG_4799 (1)Le startup che hanno stabilito una base in Regno Unito hanno tutte raccolto investimenti. Tra le tante citerei Rentuu, una piattaforma online che consente di noleggiare prodotti per ufficio a breve termine, che ha raccolto £ 567.000 pochi mesi dopo il programma. Figaroo – LIFE che consente di condividere tavoli VIP nelle discoteche, rivoluzionando l’industria dei tavoli nella vita notturna che ha già raccolto £ 160.000 su Crowdcube. VRtuoso che consente a chiunque di creare presentazioni VR in modo rapido e semplice. VRtuoso è, in sostanza, “PowerPoint per VR”. Crea e mostra presentazioni di realtà virtuale. È uscita dal programma ad ottobre ed è già riuscita a raccogliere $ 650.000.

Qual é la vostra vision, che obiettivo vi siete dati per il 2019?

Il nostro principale obiettivo è creare un ponte tra Italia e Regno Unito per supportare aziende e professionisti italiani nel mercato londinese sia nella fase di internazionalizzazione che in quella di sviluppo del prodotto. Per questo, abbiamo creato vari programmi di accelerazione. A febbraio è partito anche Scale Up Bootcamp un programma intensivo di 4 giorni per aziende che cercavano di raccogliere tra 500.000 e 2 milioni di sterline.

Che consiglio ti sentiresti di dare ad un startup italiana che decide di venire in Regno Unito?

Dipende molto dal tipo di azienda. Da un punto di vista di business è sicuramente importante fare un’analisi approfondita del mercato inglese per capire come inserirsi. Più in generale, il networking di relazioni è fondamentale nel mercato inglese, quindi partecipare il più possibile ad eventi, incontrare persone e crearsi nuove opportunità.

La Redazione