MA PERCHE IL MIO BOYFRIEND MI CRITICA SEMPRE?

MA PERCHE IL MIO BOYFRIEND MI CRITICA SEMPRE?

Rubrica a cura di Gianna Vazzana

2135
SHARE

notiziedalcuore@gmail.com

MA PERCHE IL MIO BOYFRIEND MI CRITICA SEMPRE?

Rhonda ci scrive:
“Mi sono resa conto che per il mio fidanzato non sono mai abbastanza: passo le giornate cercando di stupirlo, ma ricevo solo critiche. Come mi vesto, come scherzo, i programmi TV che guardo, tutto dà adito a insofferenza da parte sua. Se gli chiedo perché sta con me, giura di amarmi, ma nonostante ciò sembra che non mi accetti mai per quella che sono. Come devo comportarmi? Non so più che fare, mi sento frustrata e inadeguata”.

Cara Rhonda,
Una delle parole che usi per descrivere come ti senti, mi sembra sia il punto da cui partire: ti senti inadeguata. Purtroppo tendiamo a dare una valutazione di noi stessi in base ai giudizi che riceviamo dagli altri. Se il tuo fidanzato ti critica, ti senti inadeguata. È un processo abbastanza naturale, ma penso come primo passo, potresti iniziare a formare un giudizio di te stessa indipendente dalle conferme che ricevi da terzi. Una bellissima frase di Eleanor Roosevelt dice: “nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso”. Penso che potresti iniziare con il costruire ammirazione per te stessa, un’ammirazione così ferma e indistruttibile che nessun giudizio potrà fartene dubitare. Scegli un momento della giornata in cui puoi dedicarti 10 minuti. Prendi carta e penna ed elenca 10 cose positive che ti riguardano. Potrebbe essere qualsiasi cosa: come sei brava a fare le torte o che bei voti che prendevi a scuola o come sei brava nel tuo lavoro, che bei capelli che hai ultimamente o che sorriso affascinante. Falla diventare un’abitudine giornaliera, rileggi l’elenco almeno una volta durante la giornata. Ad un certo punto, vedrai, inizierai a pensare sempre più spontaneamente alle qualità positive e meno ai piccoli difetti.

Andiamo al tuo compagno. Vorrei ricordarti che, innamorato della propria immagine riflessa nello specchio, Narciso si lasciò annegare. Egli ama solo sé stesso, non la povera Eco che pianse tanto che, dissoltasi dal dolore, di lei rimase solo la voce. In “Introduzione al narcisismo”, Freud lo definisce come “completamento libidico dell’egoismo della pulsione di autoconservazione dell’uomo”, cioè una caratteristica che possediamo un po’ tutti, in forme diverse. Se però l’io diventa il centro della corrente libidica, si presentano varie psicosi. Quello che sto cercando di dirti è: se il tuo lui ha disturbi più profondi, penso dovresti chiedergli di parlare con un terapista. Se invece, si tratta solo delle insicurezze date dalla nostra società, possiamo parlarne qui, tra amiche. “Aspetta” mi dirai “ma come insicurezze? Se si ama troppo, come Narciso, allora è già troppo sicuro di sé”. O forse no? Uno studio dell’università di Graz (Austria) ha dimostrato che i narcisisti provano sensazioni negative guardandosi allo specchio, probabilmente a livello inconscio. Non siamo qui per discutere delle implicazioni scientifiche del termine, ma lo trovo molto interessante; possibile che il ragazzo che chiami “narcisista” intendendo che si ama così tanto che non riesce ad amare te, abbia invece bisogno di fare sentire coloro intorno a lui inferiori, per sentirsi superiore? Trovo che, il secondo passo da fare, dopo avere impiantato in forma indelebile nella tua mente che tu vali, che lui lo riconosca o no, sia quello di imparare a comunicare. Pensa un attimo alle vostre conversazioni. Quando lui ti critica, come rispondi? Magari chiedi “perché mi stai trattando come una nullità?”. Ma che significa nullità? È un giudizio oggettivo? Se una persona terza stesse guardando le vostre interazioni, direbbe senza ombra di dubbio “lui la sta trattando come una nullità?” Impariamo ad esprimere i nostri bisogni. Quando Narciso ti dirà la prossima volta “questa parmigiana sa di gomma, non sai cucinare niente”. Prova a rispondere senza pregiudizi, ma esprimendo un fatto. Per esempio “quando dici che non so cucinare niente”, questo è un fatto. In secondo luogo, spiega come ti fa sentire, per esempio “mi sento ferita”. Chiarisci perché ti senti così, per esempio “perché ho passato la giornata a cucinare sperando di farti piacere”, infine esprimi una richiesta chiara, mettendo in evidenza cosa vorresti ottenere: “mi piacerebbe sapere che, anche quando non ottengo i risultati migliori, apprezzi le piccole cose che faccio per te. Potresti darmi critiche costruttive sui miei piatti?”. Tutti pensiamo di sapere comunicare, ma credimi, è un’arte tra le più difficili da conoscere a fondo. Non per niente per gli antichi greci la retorica era una delle discipline più importanti. Ho voluto rispondere alla tua domanda “Come devo comportarmi?”, perché sento che vuoi provare a salvare questa relazione e se per te è importante, significa che ne vale la pena. Vorrei anche però che, intanto che lavori su questi fronti, riflettessi seriamente su quali sono le caratteristiche di una persona che ti rendono felice. Se nonostante il tuo impegno a volerti bene e a comunicare in maniera effettiva, Narciso non riuscirà a smettere di sminuire la bellezza e la sensibilità che ha di fronte, al fine di esaltare la propria, hai sempre l’opzione di mettere fine ad una relazione che non ti fa felice. Tu vieni prima, sempre. E se deciderai di andare via, non sarà un fallimento, sarà la vittoria di chi ha scelto di amarsi, rifiutando che il proprio io si dissolvesse in un flebile eco.

Ti consiglio la lettura di due libri:

•“The Self Esteem Solution” di Clay Andrews, una guida per iniziare a stimarti
• “The Seducer’s Diary” di Søren Kierkegaard, che esplora i sentimenti del protagonista che, in balia del proprio narcisismo è incapace di concepire una vera relazione d’amore