Niente reddito cittadinanza e quota cento per iscritti all’AIRE

Niente reddito cittadinanza e quota cento per iscritti all’AIRE

Lo denunciano sei parlamenti del PD eletti all'estero

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Gli italiani residenti fuori dai patrii confini sono stati “di fatto tagliati fuori” dalle due misure-faro varate dal governo gialloverde (Lega e Cinque Stelle) con la Finanziaria 2019:’ il “reddito di cittadinanza” e la possibilità di andare in pensione “a quota 100” (se si raggiunge cioè almeno 100 sommando età e anni di contributi versati). Lo segnalano polemicamente in una nota congiunta sei parlamentari del partito democratico eletti nelle circoscrizioni  esteri.

“La condizione prevista per il reddito di cittadinanza, infatti, secondo la quale occorre una residenza nel Paese di dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo, impedisce agli iscritti AIRE che hanno interesse a rientrare per una libera scelta o per necessità, talvolta drammatiche come nel caso dei connazionali in uscita dal Venezuela, di chiedere le provvidenze che, nelle intenzioni del Governo, già nei prossimi mesi dovrebbero essere erogate”, denunciano la senatrice Laura Garavini, il senatore Francesco Giacobbe e i deputati Nicola Carè, Francesca La Marca, Angela Schirò, e Massimo Ungaro.

“Poiché nel progetto della maggioranza è previsto anche un costoso investimento per l’inserimento o il reinserimento nel lavoro attraverso i Centri per l’impiego – argomentano Garavini. Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò e Ungaro – uno dei tanti italiani espatriati negli ultimi anni che sia rientrato o voglia rientrare per tentare il reinserimento lavorativo non potrà farlo. Dopo che la maggioranza ha bocciato i nostri emendamenti per un elevamento degli incentivi al rientro, si chiude dunque anche quest’altra strada”.

“Ai connazionali costretti a fuggire dalle aree di crisi, poi, si sbatte letteralmente la porta in faccia perché, considerata anche l’eliminazione dei due milioni straordinari previsti per il Venezuela, il requisito della residenza antecedente li esclude nettamente”, stigmatizzano i parlamentari Pd. “La stessa cosa – lamentano – vale per le pensioni di cittadinanza, dal momento che i nostri connazionali non potranno far valere i requisiti richiesti dal decreto”.

“L’impossibilità di usufruire di Quota 100 se si svolge un lavoro dipendente e autonomo rappresenta di fatto un altro fattore di esclusione, visto che la misura ridotta del pro-rata di cui beneficia la quasi totalità dei connazionali non consentirebbe loro di sopravvivere”, incalzano i parlamentari democratici.

Va comunque detto che il partito democratico ha criticato aspramente entrambe le misure-faro varate dal governo “populista” formato da Lega e Movimento Cinque Stelle nel giugno scorso, considerandole deleterie per la crescita economica del Paese.

la Redazione