GELOSIA: COME USARLA IN POSITIVO

GELOSIA: COME USARLA IN POSITIVO

Rubrica a cura di Gianna Vazzani notiziedalcuore@gmail.com

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G1GELOSIA: COME USARLA IN POSITIVO?

Sara – ci scrive:
“Io e il mio ragazzo stiamo insieme da tre anni […] Non mi ha mai dato motivo di dubitare di lui, eppure non riesco a fidarmi. Ogni volta che guarda il telefono immagino che stia parlando con un’altra donna. Ogni volta che deve vedersi per una birra con i colleghi dopo lavoro, immagino che in realtà stia dandosi alla pazza gioia con una collega bella e irresistibile […] La situazione mi sta sfuggendo di mano. Non riesco a non palesargli le mie paure, finendo sempre per litigare. Ho paura di perdere un bravo ragazzo che mi dedica tempo, amore e devozione per colpa della mia insicurezza”

Cara Sara,
La tua lettera tocca un tema così delicato, sempre attuale e al tempo stesso comune un po’ a tutti, che non avrei potuto scegliere una domanda migliore per la prima “puntata” di questa nuova rubrica.

Milan Kundera ne “Il Falso autostop” scrive: La gelosia non è certo una qualità piacevole, ma se non se ne abusa (se è unita a una certa moderazione) ha in sé, a parte i suoi inconvenienti, anche qualcosa di commovente. E qui sta il difficile: trovare la moderazione. La letteratura e l’arte ci forniscono tantissimi esempi di gelosie esplosive. Persino la stessa regina degli dei Era, patrona del matrimonio e della fedeltà coniugale, è conosciuta da tutti per la sua proverbiale gelosia nei confronti del marito Zeus. Ma cosa ci dicono i continui tentativi di Era di tenere lontane ninfe e mortali dal divino consorte?

Penso che qui ci torni utile la definizione che Jung dà della gelosia: la gelosia è mancanza d’amore. “Ma come” ti starai chiedendo? “Io sono gelosa del mio uomo perché lo amo, altrimenti non mi importerebbe di vederlo con altre donne”. Ma pensaci bene: è amore? Non è forse rabbia, paura dell’abbandono, sentimento di inadeguatezza? Sì è vero, la nostra Era aveva tutte le ragioni di essere gelosa, ma i suoi non erano dubbi, erano certezze. Il Padre degli dei non era particolarmente bravo a nascondere le scappatelle, e la povera moglie scoperte le tresche andava su tutte le furie.

Era per il suo tempo era una donna ultra moderna. È colei che per la prima volta rivendica il diritto della moglie ad esigere fedeltà coniugale, una vera e propria rivoluzionaria. Ma questo non è il tuo caso: è passato qualche anno da quando la regina celeste tirava piatti al re degli dei. La donna moderna che immagino tu sia, non accetterebbe ripetute mancanze di rispetto e tradimenti alla propria fiducia. E come tu stessa scrivi, si tratta di tue paure, nella realtà il tuo compagno non ti ha mai dato motivo di dubitare. Personalmente, definisco la gelosia come una mancanza d’amore perché presuppone che l’altro sia visto come un “nemico” pronto a farci del male. Se ti fermi un attimo a pensare a cosa significhino veramente le tue velate accuse, capirai perché potrebbero veramente causare la rottura del rapporto. Quando pensi che invece di bere un’innocente birra con gli amici stia facendo “follie”, presupponi che lui non sia una persona degna di fiducia, che sia un bugiardo, che sia un manipolatore, che sia un insensibile. Lo so che tu non pensi tutto questo e hai solo paura di perderlo. Ma a me è capitato: un mio fidanzato di alcuni anni fa, non riusciva proprio a fidarsi di me, nonostante io fossi la quintessenza della lealtà. Ogni volta che lui mi “accusava” io restavo profondamente delusa, non capivo come potesse amarmi e allo stesso tempo considerarmi una persona disonesta.

Prova a focalizzarti sul fatto che lui è un essere umano con emozioni, desideri, paure proprio come te. Prova a pensare che non è giusto ferirlo accusandolo di non essere degno della tua fiducia. Ovviamente, mi baso solo su quello che hai scritto e non sono una psicologa. Quindi prendi i miei solo come consigli da essere umano a essere umano.

Tornando alla “certa moderazione” della gelosia, di cui parla Kundera: l’ho menzionata perché voglio che ti ricordi, che se ogni tanto ti viene quella sensazione di nodo allo stomaco quando pensi ad un’altra donna seduta “troppo” vicino al tuo uomo, non c’è nulla di male. Non ti sto suggerendo di diventare apatica. Semplicemente smetti di focalizzarti su quello che non vuoi (NON voglio che mi tradisca, NON voglio che mi lasci) e focalizzati su quello che vuoi (VOGLIO che tra di noi ci sia una reale connessione, VOGLIO che riusciamo a comunicare apertamente, VOGLIO che il nostro rapporto sia solido) e prova a trovare un modo di implementare le cose che vuoi, invece di arrabbiarti per paura che un giorno le cose che non vuoi potrebbero succedere.

Ti consiglio la lettura di due libri:
– Be loved for who you are A Handbook for Taking Control of Your Love Life from the Inside” di Clay Andrews. Per avere una guida pratica a capire meglio da dove derivano le tue paure
– Amor and Psyche The Psychic Development of the Feminine: A Commentary on the Tale by Apuleius” di Erich Neumann. Che esplora il viaggio che la psiche femminile compie per coronare il proprio sogno di vero amore, un viaggio in cui lei è la protagonista assoluta e l’eroina della propria storia.