Torna a casa, Pensionato!

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INCENTIVI PER RIENTRO IN SUD ITALIA

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Per i pensionati residenti all’estero da almeno cinque anni il governo Conte ha approntato ghiotti incentivi se si trasferiscono nel Mezzogiorno: per i primi cinque anni pagheranno appena il 7% di tasse sui loro redditi. A patto però che si installino in una città con una popolazione sotto i ventimila abitanti in Sicilia, Calabria, Sardegna, Campania, Basilicata, Abruzzo, Molise o Puglia.

La norma “cattura-pensionati” è contenuta nella legge finanziaria per il 2019 e riguarda tutti i pensionati e non soltanto quelli italiani. Si ispira in
modo palese al cosiddetto “Modello Portogallo” e cioè al fatto che il Portogallo sta attirando un numero crescente di persone della terza età un po’ da tutto il mondo (Italia compresa) promettendo tasse zero per un decennio.

Con la flat tax al 7% il governo italiano spera di attirare (ma sembrano stime piuttosto ottimistiche…) fino a centomila pensionati. Di certo nei numeri e nelle clausole il “Modello Portogallo” appare molto più appetibile perché’ non pone limitazioni geografiche di alcun tipo. E poi c’è il problema della fiducia: e se tra un anno o due un nuovo governo cambiasse le carte in tavola? Si sa, l’Italia è volubile… Di sicuro nella Penisola cresce il partito di quanti vedono di cattivo occhio le pensioni pagate a 373 mila italiani all’estero in 160 Paesi dall’Inps per un ammontare annuo complessivo di poco superiore ad un miliardo di euro.

Il presidente dell’Inps Tito Boeri ha già preso mesi fa una posizione nettamente contraria alle “prestazioni assistenziali” pagate all’estero che a suo giudizio riducono gli oneri di spesa sociale di altri Stati. “E’ come se il nostro Paese operasse un trasferimento verso altri Paesi senza avere un ritorno in consumi”, ha
denunciato durante un’ audizione alla Camera dei Deputati.

Boeri è andato giù duro: considera il pagamento delle pensioni all’estero “un’anomalia” perché’ non avviene in un “quadro di reciprocità”. A suo giudizio quelle erogazioni non dovrebbero arrivare dall’Italia ma “dal Paese in cui si risiede e si pagano le tasse”.

Il presidente dell’Inps ha sciorinato queste cifre: “più di un terzo delle pensioni pagate all’estero nel giugno del 2017 ha periodi di contribuzione in
Italia inferiori a 3 anni, il 70% è inferiore a 6 anni e l’83% a 10 anni”. Ci sarebbe dunque una grossa discrepanza tra i contributi versati e le pensioni
percepite.
Pur costando più di un miliardo di euro l’importo medio delle pensioni all’estero è stato comunque nel 2018 di appena 245 euro, con differenze molto vistose tra un Paese e l’altro. I paesi con il maggior numero di pensionati italiani sono il Canada (53.839), la Germania (52.023), la Svizzera (46.988), l’Australia (45.993) e la Francia (43.910) mentre il Regno Unito (11.592) figura al nono posto.

Pur svettando per numero il Canada ha un importo medio molto basso (107 euro) mentre i pensionati italiani in assoluto più ricco stanno a Cipro: sono in appena 175 e incamerano in media 5.481 euro al mese. In Portogallo sono invece 1.914, con una media di 2.545 euro al mese.

La Redazione