Sergio Mattarella: Auguri per il 2019 e qualche stoccata

Sergio Mattarella: Auguri per il 2019 e qualche stoccata

Il Presidente bacchetta il governo per rissa con UE e altro

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il discorso di fine anno. (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Quando il 31 dicembre a reti unificate ha fatto gli auguri agli italiani in patria e all’estero per l’anno nuovo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mancato di bacchettare – in modo felpato, come è nel suo stile – il governo Conte per il rissoso braccio di ferro con l’Unione Europea
sulla legge di bilancio che ha rischiato di sfociare in una pericolosa procedura di infrazione contro l’Italia per eccesso di debito.

“Avere scongiurato la apertura di una procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per il mancato rispetto di norme liberamente sottoscritte è un elemento che rafforza la fiducia e conferisce stabilità”, ha detto Mattarella. A buon intenditore poche parole: è palese che non gli è proprio piaciuto come i due uomini forti del governo – i vicepremier Matteo Salvini (capo della Lega) e Luigi di Maio (leader del Movimento 5 Stelle) – si sono battibeccati con l’Unione europea per settimane facendo retromarcia soltanto all’ultimo momento quando su intervento del premier Giuseppe Conte il debito previsto per il 2019 è stato ridotto dal 2.4% al 2,04%.

In occasione degli auguri il Capo dello Stato è apparso in disaccordo con il governo gialloverde al potere dallo scorso maggio (giallo sta per la Lega,
verde per i grillini del Movimento 5 Stelle) non soltanto per le acrimoniose polemiche con Bruxelles sulla Finanziaria 2019 (approvata in fretta e furia con “grande compressione dell’esame parlamentare e la mancanza di un opportuno confronto con i corpi sociali”): di certo non condivide quasi in nulla la visione del vicepremier e ministro degli Interni Salvini che da’ spesso e volentieri addosso agli immigrati illegali, ama gli atteggiamenti da uomo forte e ha messo la sicurezza al centro della sua grintosa azione politica.

Agli antipodi dal leader leghista, che da giugno ad oggi ha quasi raddoppiato i consensi (dal 17 a oltre il 30%) chiudendo i porti italiani allo sbarco di immigrati recuperati in mare dalle navi delle organizzazioni non governative (ong), il super-europeista Mattarella – vecchio democristiano doc – ha approfittato dell’anno nuovo per lanciare messaggi “buonisti” e per insistere su valori come solidarietà e inclusione. “Non dobbiamo avere timore di manifestare buoni sentimenti che rendono migliore la nostra società”, ha sostenuto. “La vera sicurezza – ha poi argomentato – si realizza preservando con efficacia i valori positivi della convivenza”.

Mattarella ha tenuto a fare specifici auguri di buon anno “ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano,
vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese” e ha ringraziato Papa Francesco “per il suo magistero volto costantemente a promuovere la pace, la coesione sociale, il dialogo, l’impegno per il bene comune”.

Il Presidente della Repubblica non ha ad ogni modo fatto il buonista ad oltranza (“esortare a una convivenza più serena non significa chiudere gli occhi davanti alle difficoltà che il nostro Paese ha di fronte) ma è significativo che a differenza di Salvini non abbia nemmeno menzionato l’immigrazione in arrivo dall’Africa e le centinaia di migliaia di immigrati non regolari presenti nella Penisola tra le molte “questioni che dobbiamo risolvere”.

Ha invece menzionato: “La mancanza di lavoro che si mantiene a livelli intollerabili. L’alto debito pubblico che penalizza lo Stato e i cittadini e pone una
pesante ipoteca sul futuro dei giovani. La capacità competitiva del nostro sistema produttivo che si è ridotta, pur con risultati significativi di imprese e
di settori avanzati. Le carenze e il deterioramento di infrastrutture. Le ferite del nostro territorio”.

A conti fatti Mattarella si è detto convinto che bisogna “avere fiducia in un cammino positivo ma non ci sono ricette miracolistiche: soltanto il lavoro tenace, coerente, lungimirante produce risultati concreti. Un lavoro approfondito, che richiede competenza e che costa fatica e impegno”.

La Redazione