Messa a Londra per i morti di Genova

Messa a Londra per i morti di Genova

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Si commuove “l’ambasciatrice di Genova nel mondo” Rosanna Piturru, mentre scandisce gli ultimi due nomi, quelli dei “due angioletti”, Cristal e Samuele, volati in cielo quel maledetto 14 agosto scorso quando a Genova il ponte Morandi è crollato facendo 43 vittime.

Li ha letti tutti, solennemente, quei quarantatré nomi che corrispondono ad altrettante vite spezzate, nomi che sono risuonati a St Peter in Clerckenwell, la chiesa simbolo della comunità italiana a Londra, ma gli ultimi due proprio non riesce, la voce si infrange su una tragedia che non ha parole né spiegazioni. E poi succede qualcosa di inaspettato. Nel grigiore di una tipica giornata londinese di pioggia, proprio durante la messa, un improvviso fascio di luce, il sole entra dal grande rosone a illuminare l’altare dorato- e tutti i fedeli che hanno gremito la chiesa ci leggono un simbolo. “Bisogna rinascere rialzare la testa. La morte non chiede permesso di entrare, bisogna sempre essere preparati, e bisogna ricostruire” dice padre Andrew in una predica bellissima che arriva al cuore di tutti.

Sembra partire da qui la vera ricostruzione del ponte, dalle coscienze. E da una Londra che si stringe attorno alle vittime, per non dimenticarle. Il tenore genovese Meli e la soprano Akanuma, cantano con una voce di speranza, che mostra, a chi crede, la verità cristiana, ma tocca le corde anche a chi non crede. Il ricordo è sopravvivenza. Il Sindaco di Genova Mar coBucci si alza e riceve poi dai bambini una corona di quarantatré rose bianche. È presente tutta la delegazione genovese, Benveduti, Grosso, Torre, Burzoni, “gli ambasciatori” di Genova, e il console generale Villani. La cerimonia si chiude con il canto, la benedizione, la preghiera, il senso dell’immane tragedia che non sarà dimenticata ma anche una grande speranza per un futuro migliore.