Legge inglese o italiana per distacco part time da Londra all’Italia?

Legge inglese o italiana per distacco part time da Londra all’Italia?

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Egregio Avvocato

Sono impiegato presso una società di servizi finanziari a Londra e lavoro nel settore di private equity. Ho un contratto di lavoro inglese e ho lavorato per la stessa società per gli ultimi 10 anni. Due anni fa il mio datore di lavoro mi ha mandato a lavorare a Milano per una società italiana associata al mio datore di lavoro. Esiste un accordo di distacco tra il mio datore di lavoro inglese e la società italiana. Lavoro tre giorni a settimana a Milano e due giorni a Londra. Ricevo il mio stipendio a Londra e ho una casa a Londra. Ho anche un codice fiscale in Italia perché trascorro più di 183 giorni all’anno in Italia. Tuttavia, ho notato di recente un cambiamento del mio impiego in Italia. Sono stato distaccato per lavorare in Italia in qualità di Senior Analyst ma recentemente sono stato demansionato. Ricevevo dalla società italiana un contributo per le spese del mio albergo che ora sono state tagliate. Non sono più incluso nelle riunioni per discutere dei potenziali clienti, mi sento emarginato e desidero lasciare il mio impiego. Potreste consigliarmi su quali siano i miei diritti in tali circostanze?

Cordiali saluti
Antonio

Caro Antonio

La ringrazio per il Suo messaggio.
Lei è in possesso di un contratto di lavoro inglese quindi, in linea di principio, si applicherà al Suo contratto la legge inglese. Ciò significa che se Lei ha lavorato per un periodo continuativo di 2 anni il Suo datore di lavoro sarà soggetto all’ Employments Rights Act 1996 (“l’Atto”). Ai sensi dell’Atto, il Suo datore di lavoro non può licenziarla senza prima indicare un ragionevole motivo per la risoluzione del contratto. Di solito è il caso di prestazione di lavoro insoddisfacente o esubero del personale.
Poiché Lei trascorre del tempo in Italia, la domanda da porsi è se la legge inglese si applica alla sua attività lavorativa svolta in Italia. Qualora la legge inglese non dovesse trovare applicazione, Lei non sarebbe pertanto protetto ai sensi dell’Atto per licenziamento senza giusta causa, in quanto troverebbe applicazione la legge italiana. Il test da applicare è se il Suo rapporto di lavoro abbia una connessione più forte con il Regno Unito e se pertanto il diritto inglese trovi applicazione rispetto a qualsiasi altra legge applicabile. Dal mio punto di vista, dal momento che Lei possiede un contratto di lavoro inglese, riceve il Suo stipendio nel Regno Unito e ha una casa nel Regno Unito, Lei ha un legame più forte con il diritto inglese rispetto alla legge italiana. Pertanto, il diritto inglese regolerà il Suo contratto pur lavorando in Italia.
Se fosse applicabile la legge inglese alle Sue condizioni di lavoro in Italia, Lei potrebbe avere le basi per rivendicare un licenziamento ingiustificato sulla base di violazioni fondamentali del Suo contratto di lavoro. Il Suo datore di lavoro inglese è responsabile per la condotta della società italiana e qualsiasi atto commesso da questa dovrebbe essere considerato un atto del Suo datore di lavoro. Se la Società italiana riduce i Suoi benefits, modifica le Sue mansioni o Le sottrae responsabilità, commette una serie di azioni che accumulandosi posso costituire una violazione fondamentale del contratto di lavoro. Questa violazione potrebbero indurla a chiedere le dimissioni e in questo caso potrebbe procedere con una causa per “constructive dismissal” (adducendo cioè il fatto che il Suo datore di lavoro l’ha portata con la sua condotta a dimettersi). Potrebbe quindi avviare un’azione legale per i danni che Lei ha conseguentemente sofferto), nonché un’azione per “unfair dismissal” e per risarcimento fino a £83,682.00 e per “wrongful dismissal” per i danni subiti, oltre al diritto allo stipendio, ai benefits e alle ferie maturate e non godute durante il suo periodo di preavviso. Poiché vi è stata una violazione fondamentale del contratto, non è necessario dare un preavviso di dimissioni. Tuttavia, prima di prendere qualsiasi decisione, Le consiglierei di consultare un avvocato per esaminare attentamente le circostanze specifiche relative al Suo impiego ed in particolare al suo impiego in Italia.
Cordiali saluti

Domenic Pini
Pini Franco LLP