Brexit: le possibili ricadute sulle tassazioni

Brexit: le possibili ricadute sulle tassazioni

Workshop di camera di Commercio e Menzies

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Che ricadute ci saranno per la tassazione di beni, servizi e prodotti fi nanziari una volta che l’incognita Brexit si materializzerà? A questa domanda ha cercato di rispondere un workshop organizzato l’8 novembre scorso alla Law Society dalla Camera di Commercio Italiana di Londra e da Menzies LLP, una delle maggiori società di revisione contabile del Regno Unito.

Italia e Regno Unito sono partner commerciali consolidati e, più in generale, il 44% delle esportazioni UK sono dirette verso l’Unione Europea. Ad oggi, decisioni relative ai futuri accordi commerciali non sono ancora state prese, e il 29 Marzo 2019 – data fi ssata per l’uscita uffi ciale della Gran Bretagna dall’Ue – si aff accia all’orizzonte in maniera sempre più nitida.

L’ipotesi di una “Hard Brexit” non deve essere sottovalutata e una maggiore consapevolezza in ambito fi scale sembra essere necessaria al fi ne di disporre di tutte le ‘armi’ necessarie al momento della ‘battaglia’.

La società Menzies off re a livello internazionale servizi di consulenza legati al cross-border trading e, grazie al contributo di Robert Facer (VAT Director) e di Rebecca Wilkinson (Tax Director) è stato possible approfondire le conseguenze di una “Hard Brexit”, prima nella tassazione indiretta e poi in quella diretta.

Quando si parla di tassazione indiretta, il tema chiave è la VAT (Value Added Tax, la nostra IVA). Ad un attuale sistema di procedure comuni e snelle, incastonato in un clima di libera circolazione delle merci e assenza di dazi, si sostituirebbe una procedura certamente più articolata. Esportare beni da UK a EU, ad esempio, comporterebbe una VAT a tasso zero, ma adempimento di formalità doganali, per il primo Paese; e diversi oneri per l’Unione: VAT legata all’importazione, dazi doganali e formalità doganali. A parti invertite, il sistema funzionerebbe in maniera speculare.

In risposta a tale aumentata complessità, tra le possibili soluzioni fi gurano: l’introduzione da parte del governo UK di una contabilità posticipata per la VAT sulle importazioni, in modo da facilitare la liquidità; la creazione di una scorta nel Regno Unito per la distribuzione ai consumatori locali, e un’altra in Europa per continuare a benefi ciare del Mercato Unico e dell’Unione Doganale (UK hub/ EU hub).

Se da un lato l’impatto di una “Hard Brexit” sulla tassazione indiretta dei beni, è indiscutibile; dall’altro, anche quello sulla tassazione diretta non deve essere trascurato. In quest’ultimo caso si fa riferimento alle ritenute fi scali sui dividendi, sugli interessi e sulle royalties (corrispettivi pagati dai soggetti per sfruttare un brevetto o una proprietà intellettuale).

In linea generale, la tassazione diretta è una competenza dei singoli Stati Membri, da esercitare in conformità con il diritto dell’Unione Europea e senza infrangere le libertà fondamentali alla base di essa. Tuttavia, le direttive dell’Unione governano alcune aree della tassazione transnazionale, come nel caso di “società madri e fi glie di Stati membri diversi” e i “pagamenti di interessi e di canoni fra società consociate di Stati membri diversi”.

Il punto cruciale è che, nell’ipotesi di una “Hard Brexit”, tali direttive non sarebbero più applicabili, lasciando spazio alle condizioni imposte dalla Convenzione tra Regno Unito e Italia in merito al sistema di doppia tassazione. Questo signifi ca passare da una situazione di assenza di ritenuta fi scale su dividendi, interessi e royalties pagati ad imprese associate (con partecipazione azionaria pari almeno al 10%) a un regime di doppia tassazione molto più complicato.

Quest’ultimo prevedrebbe, infatti, BREXIT: LE POSSIBILI RICADUTE SULLE TASSAZIONI Workshop di Camera di Commercio e Menziessenza scendere nei dettagli, numerose formalità legate ad esempio alla richiesta di esenzione dalla doppia tassazione o alla richiesta di riduzione del tasso applicato.

Il clima generale di incertezza, il numero elevato di variabili in gioco e il ventaglio di possibili implicazioni internazionali connesse alla Brexit, non fanno che sottolineare quanto la realtà attuale sia complessa. Muoversi nella complessità non è mai sempliDSC_7816a (1)ce, ma in questo caso, almeno, dovremmo conoscere il punto di partenza e il punto di arrivo. Iniziare dalla consapevolezza di tutto quello che gli Stati Membri hanno costruito in questi anni nel perseguire il loro disegno di Unione; arrivare a minimizzare il più possibile l’impatto della Brexit sul presente. Il viaggio invece è pieno di interrogativi, studio e approfondimenti, ma soprattutto non può prescindere dall’elaborazione di quante più possibili strategie per evitare di farsi cogliere impreparati.

Carolina Ghittino
Members Relations & Events Officer