L’Italia mette al banco i vecchi cotton fioc

L’Italia mette al banco i vecchi cotton fioc

Ammessi solo quelli biodegradabili

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Anche se proprio non è brillante nella raccolta dei rifiuti, l’Italia sa (ogni tanto) prendere delle posizioni di avanguardia sul fronte ecologico: dal primo gennaio 2019 ha vietato la produzione e il commercio dei vecchio, gloriosi bastoncini di plastica per la pulizia delle orecchie. Sono ammessi soltanto quelli di materiale biodegradabile e compostabile, da vendere in confezioni dove venga riportato l’esplicito divieto di buttarli nel wc..

“Il bando dei cotton fioc non biodegradabili e non compostabili è una grande vittoria per il nostro paese. Possiamo considerarla la prima bella notizia per l’ambiente del 2019, frutto di tante battaglie di Legambiente e di un emendamento alla scorsa legge di bilancio a firma di Ermete Realacci, così come lo stop previsto per il primo gennaio 2020 all’uso delle microplastiche nei cosmetici da risciacquo” , ha esultato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

“E’ anche la conferma – ha sottolineato Zampetti – della leadership dell’Italia nel contrastare il marine litter che soffoca mari, fiumi e laghi anche nel nostro paese come dimostrato dalle nostre campagne estive di monitoraggio. Auspichiamo che questo primato, come già avvenuto con il bando ai sacchetti di plastica, venga mantenuto anticipando l’approvazione della direttiva europea sui prodotti di plastica monouso: per questo chiediamo al ministro Sergio Costa di fare approvare nel primo Consiglio dei ministri dell’anno nuovo il disegno di legge “Salvamare” sulla plastica monouso”.

Ad avviso del direttore generale di Legambiente “è inoltre fondamentale anche alla luce della nostra leadership internazionale sulla raccolta dei rifiuti organici e sul loro compostaggio, che l’Italia ribadisca l’importanza dell’uso delle bioplastiche nello sviluppo dell’economia circolare, contrariamente a quanto scritto nella direttiva europea sulle plastiche monouso la cui approvazione è prevista per i primi mesi del 2019”.

L’Agenzia europea per l’ambiente (EEA) ha recentemente fornito i dati raccolti da gruppi di volontari presso le spiagge di quattro mari regionali europei: il Mar Baltico, il Mar Nero, il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico nord-orientale. Legambiente ha contribuito al monitoraggio di 1627 spiagge e alla raccolta di 693.259 rifiuti. I cotton fioc costituiscono circa il 4% dei rifiuti censiti sulle spiagge europee. Nel Mar Mediterraneo rappresentano il 5,2% dei rifiuti conteggiati, il dato più alto in confronto ai bastoncini trovati sulle spiagge dell’Oceano Atlantico nord-orientale (4,6% sul tot dei rifiuti), del Mar Baltico (0,75%) e del Mar Nero (0,49%).

In Italia, per avere un’idea della gravità del fenomeno basta considerare che i volontari di Legambiente, negli ultimi cinque anni, hanno monitorato 245 spiagge, censendo 162.936 rifiuti, di cui il 9% è rappresentato proprio dai cotton fioc (14.342), una media di 60 bastoncini di plastica per ogni spiaggia. Sulle nostre spiagge c’è in effetti di tutto: blister, tamponi e assorbenti, medicazioni, deodoranti per wc, contenitori per le lenti a contato. Tutti rifiuti buttati nel WC e che hanno raggiunto mare e spiagge, anche a causa di sistemi di depurazione inefficienti. Prevenire è possibile e molto semplice: basterebbe usare il cestino.

Al bando dei cotton fioc di plastica non compostabile seguirà, il primo gennaio 2020, quello dei prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche. Una norma che, considerato il primato italiano sui mercati internazionali di settore, sarà di grande impatto sull’innovazione nella produzione di cosmetici e sulla tutela dell’ambiente. Le microplastiche – che sono di dimensioni troppo ridotte per essere trattenute dai sistemi di depurazione e finiscono direttamente in mare – generano un inquinamento incalcolabile e irreversibile. Molti studi confermano che vengono ingerite dalla fauna, assieme alle sostanze tossiche accumulate. Il rischio è anche lo squilibrio della catena alimentare: pesci e molluschi contaminati da plastica e inquinanti possono finire così sulle nostre tavole, La Redazione