Attenti ai conti dormienti in Italia

Attenti ai conti dormienti in Italia

Dopo 20 anni lo stato fa man bassa

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Avete in Italia soldi in banca o alla posta che non toccate da molti anni? Attenti allora: dopo vent’anni lo stato incamera tutto il denaro depositato sui cosiddetti “conti dormienti” e non potete farci più nulla.

La prima irrevocabile scadenza, a fi ne novembre 2018, permette all’erario di mettere le mani su una cifra da capogiro: 673 milioni di euro. A tanto ammontano le somme depositate o investite e che non vengono ne’ toccate ne’ rivendicate da almeno 20 anni.

In altre parole, i titolari e i loro eventuali legittimi eredi vengono privati di tutto: secondo quanto indicato dal Ministero dell’Economia, rientrano nei conti dormienti non solo i depositi di denaro su libretti di risparmio (bancari e postali) e conti correnti bancari e postali ma anche azioni, obbligazioni, certifi cati di deposito e fondi d’investimento nonché assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione.

Si tratta di ricchezze che appartengono spesso a risparmiatori defunti e di cui gli eredi non sono venuti a conoscenza. Molto comune è il caso di emigrati e di eredi di persone emigrate. Le banche infatti non hanno l’obbligo di informare i parenti della presenza di conti e depositi intestati a clienti deceduti.

Il sistema, in vigore dal 2008, funziona così: lo stato fa piazza pulita dei conti non movimentati da almeno dieci anni e li accantona su uno speciale fondo dove per altri dieci anni possono essere rivendicati dagli aventi diritto. Passati questi dieci anni di disponibilità rien va plus: l’erario si prende tutto e non c’è più niente che potete fare.

Proprio per minimizzare questa specie di esproprio il ministero dell’economia ha lanciato un’apposita campagna di “sensibilizzazione” e per iniziativa della Farnesina la campagna è stata estesa all’estero: chi risiede fuori dai patrii confi ni può eff ettuare un’opportuna verifi ca, seguendo la procedura online indicata da un video disponibile su youtube, intitolato “Conti dormienti, come salvare i tuoi soldi!” e appositamente realizzato per gli italiani residenti all’estero.

A dispetto di queste allerte la procedura di incameramento ha permesso di fare entrare nelle casse pubbliche dal 2008 ad oggi oltre 2 miliardi di euro di cui 673 milioni diventano di totale proprietà statale dopo il 30 novembre 2018. Ma che cosa fare per evitare che un conto diventi dormiente? In eff etti basta poco: mandare una lettera alla propria banca, chiedere un libretto d’assegni o il saldo, fare un bonifi co, etc.

Anche qui bisogna fare pero’ attenzione: un conto non si ritiene “risvegliato” se riceve un versamente o procede a pagamenti automatici di utenze o altro sulla base di “direct debit”.

La Redazione