Scuole di italiano: subentrera’ la SIAL propone il consolato

Scuole di italiano: subentrera’ la SIAL propone il consolato

Il Comites di Londra prende pero' le distanze

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Il fatto: il Coasit, ente gestore che si occupava dell’insegnamento della lingua italiana in vari corsi distribuiti presso varie scuole di Londra, accusava da anni una certa “sofferenza amministrativa” e siccome tutti i nodi alla fine vengono al pettine, per dolo o incapacità o contingenze avverse, si è ritrovato con la cassa vuota. Il bilancio del 2017 presentava errori così importanti che il Consolato di Londra, controllore della contabilità dell’ente, non lo ha approvato: il bilancio è andato a Roma e il Ministero ha chiuso i rubinetti. Ovvero il contributo annuo di 420.000 euro è stato congelato, il Coasit è in stato fallimentare, i corsi sono stati chiusi di colpo il 21 maggio e gli insegnanti mandati a spasso senza retribuzione. Alunni allo sbando, famiglie inviperite, l’insegnamento della “bella Lingua” con futuro incerto, il tutto nell’ottica di una figura non proprio brillante dell’Italia in generale, specie presso le scuole ospitanti i cui locali e personale non sono stati pagati.

Il Comites di Londra, che ha per scopo la tutela della comunità italiana residente all’estero, risvegliandosi di soprassalto nell’interesse dei 5.000 alunni coinvolti, si è riunito il 27 luglio in Consolato e si è trovato a dare un parere su una proposta risolutiva arrivata di punto in bianco, senza possibilità di discutere alternative. Il Presidente Molle e i Consiglieri hanno storto un po’ la bocca, nonostante il Console Villani, coadiuvato dalle colleghe del Ministero degli Esteri, l’ufficio scolastico di Londra, si sia scusato appunto per informare il Comites quasi a cose fatte. “ Vista la gravità della cosa e i tempi stretti, mi sono adoperato senza tregua per trovare soluzioni adeguate e alla svelta. Dai contatti con la Sial, questa si è dimostrata disponibile a garantire la continuità dei corsi da settembre e siccome bisogna presentare proposta e bilancio preventivo entro il 31 luglio 2018 al Ministero degli Esteri per riattivare il contributo, mi auguro che questa soluzione sia gradita e approvata”.

Invece il Comites si è astenuto all’unanimità con mozione allegata e qualcuno ha rinfacciato al Console di non aver fatto sapere niente da quando era in arrivo la burrasca, specie a ragazzi e famiglie. “Mancanza di chiarezza e comunicazione” ha concluso il prof. Reale.

Il Console ha ribattuto che le azioni del Coasit non competevano al Consolato che ha solo il compito di revisore dei conti e, attraverso il Ministero degli Esteri, da solo un’indicazione didattica. Il Coasit si doveva autogestire con il contributo governativo e altri introiti supplementari: si è autogestito male, è fallito per i debiti e adesso il Consolato deve correre ai ripari.

“L’urgenza ha condizionato le nostre scelte” ha ribadito la Prof. Luongo. “Già è difficile trovare scuole inglesi che accettino corsi italiani, l’alternativa della Sial è apparsa l’unica possibile per far fronte a una tempistica che ci ha messo con l’acqua alla gola”. Tutti si sono chiesti come mai si sia permesso “all’acqua di arrivare alla gola” e in ogni caso quali sono le garanzie di non affogare anche con la Sial? Questa ha lo stato di Charity dal 2007, è una scuola paritaria, ma se diventa l’ente gestore al posto del Coasit dovrà avere una configurazione diversa, come asserito dal Dr Pravettoni, membro del Board of Directors della Sial.

“Siamo disponibili anche al reintegro dei docenti”, ha detto. Ma non si sa quanti e nemmeno il numero degli alunni, che dovrebbero pagare una retta di 250 sterline l’anno. Qual è il bilancio della Sial? È abbastanza solida da far fronte anche a questo servizio alla Comunità italiana? Il dr Pravettoni è un illustre sconosciuto per il Comites e per i docenti scaricati, di cui il prof Guarniero è stato pacato ma preoccupato portavoce, e le varie comunità locali, le vere vittime di questo fattaccio secondo padre Ziliotto, non conoscono nemmeno la Sial, finora scuola di elite.

Ringraziamenti formali a parte per il lavoro del Console e del Ministero degli Esteri, dubbi e incertezze che non hanno permesso l’approvazione della proposta consolare, nonostante l’intervento dell’On Billi (Lega) che confermava la forte attenzione del Governo alla infelice situazione creatasi e sosteneva la priorità di far ripartire i corsi in ogni modo, senza tuttavia dimenticare i debiti, fra cui gli stipendi dei docenti e gli affitti dei locali, che ancora non si è capito chi li debba pagare. A questo proposito il Sen Fantetti (F.I.) ha avanzato la possibilità di fare un emendamento alla finanziaria in modo da poter almeno pagare gli insegnanti a spasso.

Insomma, citando il Consigliere Pisauro “ il Comites da’ parere obbligatorio ma NON vincolante, quindi il Consolato può procedere anche contro il suo parere. Il Console trasmetterà parere e richiesta contributo per il nuovo Ente gestore al Ministero degli Esteri, a cui spetta la decisione finale. Il Comites non ha espresso parere perché la soluzione pareva troppo affrettata. Bisognerà vedere se un altro Ente si farà avanti con proposte alternative: quella del Console non supera i tre mesi e andrà ridiscussa a breve, ovvero a settembre ci sarà da votare un nuovo bilancio per il 2019.” Ovvero: la crisi non è finita. E qualcuno potrebbe chiedersi con l’On Billi: “ il bubbone è scoppiato sotto il nuovo Governo: perché il Governo precedente non ha richiesto ai Consolati, che dipendono dal Ministero degli Esteri, più attenti controlli sugli Enti che ricevono finanziamenti pubblici?”

MM