Gentiloni insiste sui diritti degli italiani in Uk

Gentiloni insiste sui diritti degli italiani in Uk

Sulla Brexit, promette, saremo costruttivi

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Il primo ministro italiano Paolo Gentiloni ha approfittato di una visita lampo a Londra per spezzare un’ulteriore
lancia a favore dei connazionali residenti in Uk, minacciati dalla Brexit: “Italia e Regno Unito – ha detto – hanno un interesse reciproco a rassicurare i nostri concittadini italiani che vivono nel Regno Unito e i britannici che vivono in Italia sul fatto che i loro diritti acquisiti saranno rispettati e trattati in condizioni di reciprocità, quindi trattati bene”.
Theresa May, che ha ricevuto Gentiloni al numero 10 di Downing Street il 9 febbraio, si e’ detta d’accordo con le parole del premier italiano e ancora una volta ha insistito sul suo mantra:
«Il Regno Unito lascerà l’Ue ma non l’Europa”. Felpato di carattere, a capo del governo dal 12 dicembre scorso, il successore
di Matteo Renzi a Palazzo Chigi ha cercato di sdrammatizzare gli
sconquassi che quasi di sicuro saranno provocati dall’uscita del Regno Unito dall’Ue: “Non abbiamo accolto con gioia la Brexit ma la rispettiamo. Sappiamo – ha sottolineato in conferenza
stampa con Theresa May – che non sarà un negoziato semplice. Dobbiamo affrontarlo, e questo sarà l’atteggiamento italiano, in modo amichevole e costruttivo. Non abbiamo alcun interesse ad un negoziato distruttivo tra l’Ue e il Regno Unito.” A suo giudizio “ci vuole l’unità dell’Europa per il miglior accordo possibile
con il Regno Unito.Dobbiamo preservare l’unità dei 27 Paesi indirizzando l’unità nel migliore accordo possibile.” Malgrado la Brexit, Gentiloni ha messo in risalto l’importanza dei rapporti economici tra i due paesi, in particolare in questa “fase di crescita e ripresa, anche se ancora lenta rispetto a quello che avremmo voluto”. A questo proposito il Presidente del Consiglio ha annunciato un accordo con la May per la creazione di un vertice bilaterale periodico tra Italia e Regno Unito, al quale sarà affiancato un Business Forum con la partecipazione
di imprenditori di entrambi i Paesi. Allargando il quadro all’economia dell’area Ue, Gentiloni ha indicato che
“è presto per vedere gli effetti della Brexit sui mercati, ma l’Unione europea non è un microbo, dobbiamo guardare alle nostre potenzialità, la Ue può svolgere un ruolo crescente”.
Quanto all’azione del proprio governo, il presidente del Consiglio ha parlato di “continuità e stabilità in un percorso di attuazione delle riforme che prosegue” e in particolare ha messo in
rilievo “un risultato senza precedenti nella lotta all’evasione” (19 miliardi di proventi dalla lotta all’evasione nel 2016).
Ma “l’Italia – ha spiegato – ha bisogno di una strategia comune dell’Europa, nella quale il peso ai flussi migratori sia condiviso dai diversi Paesi europei. L’impegno dell’Italia è quello di
spingere tutti a una comune responsabilità. Abbiamo già fatto molti passi avanti, ma non sono sufficienti. Continueremo
a spingere perché ci siano intese e responsabilità comuni“.
Theresa May ha riconosciuto come all’Italia tocchi il ruolo di “primo destinatario” dei flussi migratori in Europa, “ma questo non significa che sia solo un problema dell’Italia. E’ di tutti e dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni” in grado di evitare ai rifugiati di “rischiare la vita in viaggi così
pericolosi”. Anche la premier britannica ha evidenziato l’importanza di “un approccio complessivo” sul tema dell’immigrazione, come è emerso al vertice europeo di Malta di inizio febbraio, approccio nel quale rientrano “gli accordi politici per stabilizzare la Libia”, stabilizzazione che “è fondamentale
per l’Italia e per l’Europa intera per i flussi migratori e la lotta al terrorismo”. Gentiloni (già atteso a Londra a gennaio per una visita rinviata all’ultimo momento quando fu ricoverato d’urgenza
all’ospedale per qualche giorno per problemi al cuore) non si è limitato a discutere con la May di Brexit, Europa e flussi migratori ma ha analizzato con lei i principali problemi internazionali sul tappeto: dalle crisi del Medio Oriente (Siria, Iran, confl itto israelopalestinese) al futuro della Nato, dai rapporti con la Russia di Vladimir Putin alla novità rappresentata dall’insediamento
di Donald Trump alla Casa Bianca. Pur convinto della necessità di dialogo con Mosca, dialogo tra l’altro voluto anche dall’America di Donald Trump, Gentiloni ha detto alla May (e poi in conferenza-stampa) che Putin non sarà invitato al vertice G7 in calendario
a Taormina per il 26 e 27 maggio. È stato espulso da quel vertice
dopo l’annessione russa della Crimea nel 2015 e rimane espulso: “Da parte della presidenza italiana – ha chiarito – non c’è alcun invito a Putin a partecipare al G7 di Taormina. C’è l’esigenza,
mentre manteniamo una posizione ferma sui principi, di fare ogni sforzo possibile sul dialogo. Ma questo non ha a che fare con prospettive di invito che al momento non mi paiono assolutamente realistiche”.
Del futuro dell’Europa Gentiloni ha poi parlato in modo ampio e articolato durante un altro momento-chiave della sua visita-lampo a Londra: un discorso alla prestigiosa London School
of Economics. “L’Europa ha già livelli diversi di federazioni,
sappiamo che c’è un’Europa dell’euro, ci sono alcuni paesi che aderiscono a Schengen e altri no”, ha indicato e ha parlato di un’Europa a più velocità come di una «delle risposte in
positivo alle diffi coltà dell’Ue”. Spera che alcune di queste “risposte in positivo” possano già venire dal summit previsto per il prossimo a Roma a celebrazione dei 60 anni della firma dei
Trattati di Roma, istituivi della Comunità economica europea.
«L’Ue – ha aff ermato – ha tutte le risorse politiche ed economiche per avanzare verso un’unione politica anche se cominciamo a capire che marciare verso un’Europa sempre più integrata in
un formato di 27 membri non è facile”. Gli sembra però lampante che se “gli Usa ci annunciano un impegno meno significativo nella Nato, è una sveglia” che “dovrebbe spingere a un’accelerazione
sulla strada di un progetto comune in materia di difesa e sicurezza
da parte dei maggiori Paesi europei”. Per Gentiloni la stessa nuova amministrazione americana (“al lavoro da un periodo troppo breve per capire chiaramente quale sarà la linea che intende
seguire” “non va vista solo come un rischio” ma bisogna «chiedersi se può essere o no un’opportunità per l’Europa e la risposta è sì, per l’Europa può essere un’enorme opportunità”. L’Europa però deve “prendere molto seriamente la sfida del populismo” e per rispondere con efficacia a tale sfida “deve capire che l’austerity non è l’unico parametro”. “Sono fiducioso che sia vicino a capirlo”, ha aggiunto durante il suo intervento alla London School of Economics sul tema “The Future of Europe”.